Lucio Betilieno Varo
Nacque ad Alatri e visse intorno al II secolo a.C. Insigne personaggio dell’età repubblicana ben noto a tutti gli archeologi e agli studiosi della civiltà dell’antica Roma. Betilieno fu uno dei più benemeriti cittadini di Alatri; essendo ricco per censo e per possessi fu dal Senato eletto due volte Censore, cioè preposto alla cura delle costruzioni cittadine. Nei dieci anni di censorato, durante un lungo periodo di pace dopo la prima guerra punica, arricchì la città di importanti opere pubbliche, così tecnicamente perfette da destare l’ammirazione dell’ingegneria moderna. Una antichissima lapide in latino arcaico testimonia la costruzione di alcune di queste opere: molte vie, il portico che conduce all’Acropoli, una piscina, un serbatoio per la raccolta dell’acqua, sedili pubblici, il macello ecc. Ma l’opera più imponente è senz’altro l’acquedotto, datato come il più antico acquedotto ad alta pressione che la storia romana conosca.
Patrizio Liberio, Prefetto delle Gallie
Patrizio Romano, nacque ad Alatri e visse tra il V e il VI secolo d.C. Eletto ministro da Odoacre, re degli Eruli, si mostrò sempre a lui fedelissimo, servendolo e difendendolo con tutte le sue forze. Quando Odoacre fu trucidato da Teodorico, Patrizio Liberio non si assoggettò a quest’ultimo rimanendo ancora fedele al suo re. Questo atteggiamento gli valse l’ammirazione di Teodorico, che gli affidò il delicato compito di procurare la pacificazione tra i Goti e gli Italiani. Durante la reggenza di Amalasunta, precisamente nel 526, fu eletto Prefetto delle Gallie, la quale missione egli assolse così bene che quei popoli, tanto insofferenti e ribelli allo Stato, divennero disciplinati e fedeli. Egli inoltre non trascurò la vita cristiana, a quel tempo fortemente insidiata dalle eresie. In particolare fece convocare un importante Concilio ad Oranges, in occasione dell’inaugurazione di una Basilica. Richiamato a Roma fu prescelto per nuove e importanti mansioni anche dal re Teodato e dall’imperatore Giustiniano, che lo inviò ad Alessandria d’Egitto come Legato imperiale straordinario, proclamandolo “personaggio gloriosissimo”.
Gregorovius – storico
Ferdinand Gregorovius nacque il 19 gennaio 1821 in Germania, in una città della Prussia orientale. Il 2 ottobre 1852 giunse a Roma dopo aver visitato Venezia, Firenze e altre città dell’Italia settentrionale.
Iniziò un periodo di soggiorno inaspettatamente lungo e produttivo, 22 anni, durante i quali visitò con i suoi viaggi l’intera penisola, con particolare attenzione verso la Ciociaria e Alatri. Oltre alla famosa lapide posta nella strada che conduce all’Acropoli, Gregorovius ha dedicato ad Alatri numerose pagine delle sue “Passeggiate Romane”, nelle quali decanta non solo la bellezza estetica dei monumenti ma anche la cordialità degli abitanti e l’intensa vita di scambi commerciali; grazie ai suoi scritti la città di Alatri è stata conosciuta e valorizzata presso ambienti letterari e accademici. Tornato in Germania assunse la fama di grande storico. Morì il 1 maggio 1891 a Monaco di Baviera.
S. Quinziano Martire
Nel 529 il patriarca S. Benedetto da Norcia effettuò il viaggio da Subiaco a Monte Cassino. Proprio il Cardinale Schuster nel suo libro, cita che in questo viaggio, S. Benedetto passò ad Alatri per visitare la tomba di S.Quinziano Martire e fu ospitato dall’abbate Servando.Ora ad Alatri resta solo la contrada dell’omonimo Santo in località Chiappitto, ma purtroppo della famosa tomba del Martire non resta nulla.
Patrasso Leonardo (Cardinale)
nacque ad Alatri o Guarcino verso il 1230.Religioso dei Frati Francescani Minori fu canonico della cattedrale di Alatri e nel 1290 Vescovo della medesima città. Il suo nome è ricordato nell’antico “Statuto di Alatri” per l’ardua opera pacificatrice che egli svolse tra le famiglie nobili della che si contendevano il potere religioso. Nel 1300 lo zio Benedetto Caetani, divenuto Papa Bonifacio VIII, lo chiamò a Roma per farlo Cardinale. Morì a Lucca il 7 dicembre 1311.
S.Servando
Nacque ad Alatri nel VI secolo. Fu monaco ed Abate nell’antichissima Badia di Alatri. Visse una vita austera, interamente dedicata al servizio di Dio. Anche il Pontefice S. Gregorio lodò il venerando Abate. Fu carissimo amico di S. Benedetto il quale nel 528, dovendo recarsi a Cassino insieme ai discepoli Mauro e Placido, conobbe per la prima volta l’Abate Servando, del quale gli era già nota la fama di santità. In occasione di quella visita S. Benedetto donò all’Abate una campanella per ripagare l’ospitalità, che ancora oggi è conservata presso il Monastero delle Suore Benedettine di Alatri. Nacque da quel giorno un’ intensa amicizia tra i due, che spinse in più di una occasione l’Abate Servando a recarsi in visita presso il cenobio edificato a Montecassino da San Benedetto. Fu proprio durante una di queste visite che i due furono testimoni, una notte, della visione di una pioggia di luce sfavillante che accompagnava l’ascesa al cielo di Germano, Vescovo di Capua. Si seppe in seguito che quel Santo Vescovo morì proprio la sera della visione. San Servando è festeggiato dal Martirologio della Chiesa il 23 marzo.