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Con Direttiva del Presidente del Consiglio, datata 31 luglio 2019,  è stata indetta, per la data del 26 ottobre, la Giornata Nazionale del Folklore e delle Tradizioni Popolari. 

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha “invitato le Pubbliche Amministrazioni, anche con il coordinamento con gli enti ed organismi interessati, a promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema del folklore e delle tradizioni popolari; nell’ambito delle rispettive competenze e attraverso idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione”.

“Le tradizioni popolari – continua, quindi, il Presidente Conte – esprimono una cultura territoriale che costituisce eredità del passato da conoscere e di cui riappropriarsi. Rappresentando un patrimonio da recuperare e valorizzare in ciascun territorio regionale italiano, sono un strumento  indispensabile per fungere da volano per il turismo, con conseguenti ricadute positive di carattere economico”.

Sono elementi essenziali e costitutivi per una cultura territoriale.
Preziosa testimonianza e eredità del passato, è assolutamente indispensabile da parte di cittadini e Amministrazioni pubbliche conoscerle, tutelarle e, sopratutto, valorizzarle.

In un momento delicato come questo, in cui inevitabilmente lo sguardo si volge verso il “locale”, avvicinare le nuove generazioni allo studio e alla conoscenza del proprio patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, sarebbe un gran passo avanti.

Infatti, la riscoperta e riappropriazione della cultura del territorio di riferimento stimola il confronto e gli scambi personali. Favorisce, poi, l’apertura a un dialogo anche a livello internazionale e interculturale, quando sarà possibile.

Ma non solo, le tradizioni costituiscono anche un’ottima occasione di sviluppo a livello turistico. Si parla sempre più spesso, infatti, di un turismo sostenibile e culturale, attento al rispetto del territorio e soprattutto orientato alla conoscenza di usi, costumi, credenze della popolazione di riferimento. Consegue, da qua, la possibilità di considerarne il valore economico, efficace anche in vista di un possibile sviluppo di territori e realtà solitamente poco frequentate, come quelle rurali.

Il miracolo eucaristico di Alatri è accaduto nel 1228. La preziosa reliquia, l’ostia di carne viva al  posto  dell’ostia bianca,  è  conservata nella Basilica concattedrale di San Paolo apostolo.
L’atto sacrilego, compiuto da una ragazza poco più che adolescente, addolorata per un amore non più corrisposto, consiste in questo: per riavere l’amato del suo cuore, una maga, come soluzione suggerì di procurarle un’Ostia consacrata, con cui preparare  un efficace filtro amoroso.

“Vai – le disse – portami dalla tua chiesa un’ostia che sia consacrata ed io ti darò un filtro  portentoso che riporterà il tuo ragazzo al tuo cuore”. (La tradizione dice che il sacrilegio è avvenuto proprio nella nostra Chiesa parrocchiale di Santo Stefano).


L’ingenua ragazza, pur di riavere l’oggetto del suo desiderio, andò a Messa e fatta la comunione, riuscì senza farsi vedere a portare a casa l’Ostia consacrata avvolta in un fazzoletto e la nascose dentro la madia del pane.
Quando si decise, dopo tre giorni di tremenda altalena se portare o no dalla maga l’ostia consacrata, aprendo la madia restò esterrefatta: invece dell’ostia bianca trovò un’Ostia di carne viva.
Fuggì dalla casa in preda allo spavento, giunta alla chiesa si rivolse al sacerdote e piangendo confessò il suo terribile peccato. Il ministro di Dio andò a prelevare l’involto e lo portò al Vescovo, che era Giovanni V. Il vescovo si affrettò a comunicare la notizia al sommo Pontefice Gregorio IX, chiedendo consigli sul da farsi.

La “Bolla” del Papa del 13 marzo 1228 venne letta dal vescovo di Alatri che la mostrò al clero e al popolo e poi con tremore mostrò l’Ostia incarnata, che ancora oggi si può adorare, tenuta tra due batuffoli di ovatta e posta in forma di una pallottolina di colore scuro in un tubicino di vetro dell’altezza di cm. 4, a sua volto chiuso in un ostensorio-reliquiario collocata in un ampia nicchia dell’altare dedicato all’Ostia divenuta carne, in una cappella del transetto destro della con cattedrale di San Paolo.

Nel fusto dell’ostensorio-reliquiario, di metallo dorato, sta scritto:

“Il Verbo si fece carne e abitò fra noi”.

Il miracolo di Alatri si inserisce in un clima di raffreddamento della fede eucaristica. Contro questa tendenza la chiesa reagì con il Concilio Lateranense IV (1215) nel quale si riaffermò la dottrina cattolica: “Una la Chiesa universale dei fedeli, nella quale il medesimo Gesù Cristo è sacerdote e vittima, il suo Corpo e Sangue sono veramente contenuti nel sacramento dell’altare, sotto le specie del pane e del vino, transustanziandosi il pane nel corpo e il vino nel sangue di Cristo”.

Alatri è città eucaristica. Sua Ecc. Mons. Torrini, volle aprire ad Alatri un cenacolo tutto dedito all’adorazione eucaristica. Nel 1927 vennero da Ronco di Ghiffa, Verbania, le Benedettine dell’Adorazione Perpetua ed il monastero, in estinzione, prende nuova vita e nuovo impulso, grazie a Madre Scolastica Cattaneo e altre quattro suore.
Molte le giovani che vi accorrono attirate dallo spirito nuovo improntato alla riparazione e alla adorazione.

Da: BenedettineAlatri
Immagini: riproducono gli affreschi presenti nella concattedrale S.Paolo ad Alatri, realizzati da

 

Questuava per le vie di Alatri fermandosi presso le botteghe e le case più ospitali. Fra Renato..

Da questo splendido contributo di Amilcare Culicelli ad “Alatri Racconta”, vogliamo..

Per la rubrica “Alatri racconta”, Brunella Santurro ci parla di Nonna Leda..

Nella tradizione Natalizia non possono mancare gli “zampognari” con il fascinoso suono..

Anche noi “folkloristi” abbiamo la nostra preghiera : perchè uniti nella fratellanza..

E’ la settimana di Pasqua nell’aprile del 2003. Il nostro gruppo, con immensa gioia e orgoglio è invitato a partecipare al World Fest di Branson, in Missouri…. si avete letto bene…Missouri,
S  t  a  t  i    U  n  i  t  i    d’   A  m  e  r  i  c  a,  o più semplicemente U.S.A!

E’ la prima volta, nella sua storia,  che Aria di Casa Nostra, dopo essersi fatta onore nei più grandi festival europei, può varcare l’oceano, può volare lontano, a portare Alatri dove forse, neanche il nostro Sor Flavio avrebbe mai pensato.

Si ma che si fa? Si parte? E’ Pasqua! e il Venerdi Santo con la processione? E il pranzo di Pasqua?e la Pasquetta non ce la metti?  No…non possiamo mancare da Alatri a San Sisto!

Combattuti dal trattenerci o  partire…..be’, alla fine abbiamo optato per la seconda. Cercheremo comunque di onorare le festività pasquali: e’ comunque un “passaggio”, non come quello degli ebrei nel Mar Rosso, ma più prosaicamente da un continente ad un altro!

Così, fatti i biglietti…ci avventuriamo con il sano orgoglio ciociaro a portare le tradizioni popolari negli States!


Ma no, non voglio raccontarvi la nostra esperienza folkloristica…ma bensì la nostra festa di Pasqua!

Eh sì, perché non dimenticheremo mai quel 20 aprile del 2003 negli States…

Piccolo riepilogo: alle nostre esibizioni, sempre allegre e colorate notavamo sempre fra i numerosi spettatori, alcune figure che si presentavano tutti i giorni ai nostri spettacoli, Ken e consorte, ma soprattutto Anthony e la sua signora Marisa… sì, sì.. proprio Marisa…gli ultimi due erano italo-americani originari della Sicilia!

Erano così entusiasti nel vedere un gruppo italiano (anche se non della loro regione) che non mancavano mai un appuntamento col nostro folkore italo-ciociaro.
Così dopo le esibizioni, una parola tira l’altra….abbiamo fatto conoscenza…

“Venti ragazzi di un gruppo di italiani, negli States, lontani da casa, nel periodo di Pasqua, non possono stare da soli“…avrà pensato Marisa;“eh no!” avrà risposto Anthony, “non possiamo proprio far mancare loro la Festa!”
Così, in men che non si dica: “Tutti invitati a casa nostra”, ci dicono in coro!
Noi, ovviamente se pur con la massima gentilezza possibile, abbiamo provato a declinare l’invito:
“siamo in tanti” provo a mormorare, immediatamente azzittito dalla Sig.ra Marisa con un perentorio:
“non se ne parla proprio, voi il giorno di Pasqua sarete ospiti a casa nostra!

e così fu!

Indimenticabile l’ospitalità nella loro dimora di St.Louis, con l’immancabile bandiera americana fuori dalla porta, il canestro da Basket (dal quale Marco ci sfidava negli uno contro uno tutti ovviamente persi… con lui non c’era partita!), il verde del giardino tutto intorno alla casa, sembrava proprio di essere in un film americano!
Che il pranzo sarebbe stato ottimo lo capimmo subito, perché appena seduti a tavola le danze furono aperte da un piccolo antipasto che conteneva…un vero carciofino sott’olio, tanto vero da farci sentire a casa!

Noi Alatresi e tutti i familiari di Anthony, figli e nipoti compresi,  attorno ad  una grande tavolata, a condividere la festa!

Che dire…memorabile la trasvolata negli States…non tanto per il folklore…ma soprattutto per l’aver festeggiato la Santa Pasqua in famiglia…..si,  perché quel giorno ci siamo sentiti tutti figli di Anthony e Marisa nel ricordare la Resurrezione del Cristo.

Piccola nota: abbiamo ricambiato l’ospitalità invitando ad Alatri (con tutti gli onori del caso, accoglienza  del Primo cittadino compresa), in date diverse, sia Ken con moglie e figlio,  che Anthony e Marisa,  ospitandoli ovviamente a “casa nostra” per farli sentire in famiglia come loro hanno fatto con noi!

di Armando

 

 

Il dialetto, questo sconosciuto! E’ normale, per chi è abituato a parlare costantemente..