Febbraio 1962 Agrigento
Festival del folklore in occasione della Sagra del Mandorlo in Fiore quando tutto il territorio compreso tra la città e la collina su cui sorgono i Templi greci diventa una distesa spettacolare di mandorli fioriti.
Una settimana di permanenza per partecipare a spettacoli, sfilate con tanto di carretti siciliani tipicamente addobbati, mostre, incontri con altri gruppi, ricevimenti con le autorità e gli organizzatori con scambi di doni (la nostra conca è arrivata ovunque il gruppo di Alatri sia stato).
L’emozione più grande?
Esibirsi su un palco avendo come sfondo il Tempio della Concordia le cui possenti colonne scanalate
ci “sostenevano” durante i momenti di pausa. Davanti a noi moltissimi spettatori che, entusiasti, applaudivano ad ogni esibizione.
Tanti i gruppi partecipanti, un caleidoscopio di suoni e colori per un inno alla bellezza e all’amicizia.
E poi lo spettacolo nello spettacolo: il tramonto nella Valle quando gli ultimi raggi di sole colorano d’oro i templi che insieme ai mandorli fioriti creano un’atmosfera da sogno.
Allora si era giovani e non ci si rendeva conto di tante cose ma col passar del tempo, si sa, i ricordi riaffiorano più nitidi che mai ed è proprio il ricordo che da’ una dimensione diversa al vissuto.
Quel luogo magico non sarà dimenticato da chi insieme a me ha vissuto quell’esperienza.
Per alcuni giorni, ancora oggi, storia, folklore ed arte convivono in perfetta armonia.
Ci venne raccontata una storia, di un bambino che desiderava tanto vedere la neve ed il suo papà lo condusse su un’altura che dominava la Valle .Era il periodo della fioritura, una distesa di un candore unico. “Ecco” disse il papà al bambino “quella che vedi laggiù è neve”.
Ingenuità e amore, ma il mandorlo aveva creato una nuova leggenda oltre a quella già esistente.
di Anna Maria Fiorletta